Cercavo una bottiglia "infrasettimanale", che nel gergo tra me e il mio amico Marco indica un vino di emergenza, per una giornata prima del weekend in cui non posso fare a meno di bere qualcosa con quello che ho cucinato ma non voglio spendere troppo. Una bottiglia semplice e gradevole, ma niente
di più. Lui mi tende una barbera appena arrivata, dall'aspetto dimesso: etichetta imbarazzante per ingenuità markettara, bottiglia base da prodotto contadino, vetro leggero e non sagomato, imbottigliamento quasi artigianale confessato dal sigillo impreciso del collo... "Prova questa". Costa 8€, boh... la proverò. Vado di fretta e non ho tempo di leggere bene, con la macchina in doppia fila. Ma quando torno a casa, guardando meglio, la prima sorpresa... 16°! Per una barbera... non posso crederci! O è un vinaccio mal riuscito, o qualcosa di differente dal solito, mi incuriosisco. Più tardi a tavola, lo verso, lo annuso, lo assaggio e... mando un whatsup a Marco "Ma tu lo hai bevuto?". Mi risponde preoccupato "No, perché è cattivo?". Lo rassicuro "Una sorpresa incredibile! Ottimo!". Quando ci rivedremo, mi dirà che aveva assaggiato solo il Grignolino dello stesso produttore, lo aveva trovato valido per la fascia di prezzo e si era fatto mandare qualche bottiglia di barbera per provarla con calma... poi ero arrivata io.
Il vino, per il prezzo, è spaventoso. Se costasse il doppio, sarebbe ugualmente validissimo. Ma della barbera ha poco, se non l'uva. Non è affatto il vino più o meno strutturato ma da tutto pasto della tradizione, è un piccolo gigante. E' denso, di colore deciso, di profumi ampi e complessi. In bocca le sensazioni aumentano, frutta rossa in quantità, leggera speziatura, note tostate e un finale molto lungo con tannini che sfumano nella dolcezza dei 16°. Un vino importante sotto spoglie dimesse. Da bere lentamente con piatti di carne elaborati, con formaggi di lunga stagionatura. Alla fine ho voluto metterlo alla prova giocando il tutto per tutto e l'ho sorseggiato su... del cioccolato extrafondente. Ha retto egregiamente anche quello, un vino quasi da meditazione. Per 8€, un imperdibile. Certo, non ha il perfetto equilibrio di alcuni campioni blasonati dei 16 gradi, ma quelli costano almeno quattro volte di più! Insomma, se riuscite a trovarlo, perché non credo sia facilissimo, dovete assolutamente provarlo. Gianni Brignolio coltiva più vitigni solo su quattro ettari di vigne, la produzione per tipo è limitata, è un artigiano del vino. Se fate una ricerchina googlando potete farvi un'idea del personaggio e dei luoghi. Qualcosa di molto autentico, amore per la terra, per la produzione di vino, per i luoghi di fascino... e marketing davvero carente.
Spero che negli anni la sua barbera mantenga il carattere con una certa costanza, di certo non è un vino omologato e il rischio che le annate siano molto incostanti c'è. Da Marco le bottiglie per ora sono tutte finite e non poteva andare altrimenti... solo io ne avrò bevuta una cassa. Ma sono in attesa che torni... chissà.
P.S. Anche la mia foto è più dimessa del solito, ma avevo solo quella, scattata con il cellulare. Pazienza. In questo vino è solo la sostanza che conta.
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