Il Ramandolo, la più antica D.O.C. del Friuli, è un vino appassionante e non conosciuto da tutti. Viene prodotto nell'estremo nord del Friuli, in provincia di Udine, su colline piuttosto elevate e da terreni spesso terrazzati per la notevole pendenza, che richiedono particolare sforzo nelle fasi di raccolta delle uve, sempre e soltanto verduzzo friulano. I colori intensi dell'oro, l'equilibrio tra acidità e dolcezza, i grandi profumi di frutti disidratati e di miele ne fanno un vino adatto alla pasticceria ma anche a molti prodotti tipici della regione, ottimo compagno di formaggi stagionati e salumi locali accompagnati da conserve di frutta. E anche da solo, da meditazione... o meglio da autogratificazione, è molto, molto piacevole.
C'è chi dice che fosse presente nella carta dei vini di un quattrocentesco Concilio, chi ne fa risalire la prima menzione certa a metà '800, chi ne attribuisce il nome alla distinzione tra la cultura latina (romana) che lo produceva e quella slava, in una terra che è confine di popoli da sempre. In ogni caso è un vino con una storia, apprezzato da molto tempo nei luoghi d'origine, e tuttavia non troppo conosciuto lontano da lì, forse per il fatto che la produzione totale non supera le 300.000 bottiglie.
Qualche mese fa, in un ristorante di Trieste, mi era capitato di assaggiarne uno a fine pasto davvero gradevole, quello di La Roncaia, dagli aromi e dal gusto particolarissimi di caramello, che ricordavano le mou di quando ero piccola e che avevano accompagnato alla grande il dessert della serata. Così, dovendo scegliere un vino dolce per una occasione casalinga, ho voluto provare questo Ramandolo di Giovanni Dri, piccola azienda familiare ma centenaria che proprio a Ramandolo, frazione di Nimis, ha la sua sede.
È un vino dal colore meraviglioso, un oro carico, denso di luce e colore e che tende quasi all'arancio. Mette voglia di berlo al primo sguardo, con quella sua bella trasparenza caramellosa che si muove lenta agitando il bicchiere. Gli aromi sono piuttosto profondi, di frutta secca, albicocca, miele di castagno, ma hanno anche una nota floreale che li rende più leggeri di quelli del La Roncaia. Anche al gusto questo Ramandolo è un po' diverso dall'altro, forse un po' meno dolce e meno marcato nella frutta e nel caramello, con note più floreali e una maggiore freschezza, ma anche con una complessità decisamente minore. Chiude con un particolare finale, una sfumatura quasi fumé sulla dolcezza generale. Vino che mi è piaciuto, anche se forse, nel genere, preferisco il La Roncaia, più denso e profondo, morbido e femminile. Ma, rispetto a quello, il Giovanni Dri mi sembra più versatile negli abbinamenti gastronomici per la maggiore freschezza e quello che sembra un minor contenuto di zuccheri residui. Circa 20€ in enoteca e 85/100, considerate che il prezzo è molto buono per la qualità del prodotto e per essere un passito in formato 750ml. Provatelo senza esitazioni.
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