Ieri sera ho voluto riprovare una bottiglia che avevo assaggiato qualche tempo fa, ma in una tavolata troppo movimentata per prestare l'attenzione dovuta. Mi era parso che valesse la pena gustare meglio e allora... la mia arista di maiale al forno, i cui trucchi vi svelerò un'altra volta, è stata degnamente accompagnata da un Tempranijo 2012 di Casale del Giglio. L'azienda è una delle più note del Lazio, sia per i vini di alto livello che per quelli più semplici, in genere gradevoli e reperibili anche nella grande distribuzione. L'uvaggio, però, è abbastanza originale per la coltivazione italiana. Il tempranillo è l'uva campione di Spagna, la più coltivata nella penisola iberica sotto molti nomi diversi e quella utilizzata per i grandi rossi della regione, ma in Italia non è molto diffusa e soprattutto quasi mai vinificata in purezza. L'esperimento laziale di Casale del Giglio è una novità di qualche anno, vale la pena approfondire. Il tempranillo, il cui nome significa "che matura presto", è un'uva che dà in genere vini potenti e speziati, secondo la tradizione di Spagna. Cosa aspettarsi da questo immigrato? Apro la bottiglia con curiosità. Il colore è spesso e dai riflessi porpora, il vino è ancora giovane. I profumi classici di frutta rossa e di spezie sono decisi, ma è all'assaggio che stupisce. Ha potenza, profondità e persistenza notevoli, un vero torello. Ma soprattutto un gusto molto particolare per il bere italiano, non è un vino che confonderete. Sa certo di frutta, ma le note dominanti sono di spezie e liquerizia, con un finale che a me ricorda alla lontana... l'affumicatura di certe pancette di maiale dolci! Il grado alcolico elevato, ben 15 gradi, lo rende quasi dolce sul finale, mentre i tannini sono morbidi e non aggressivi in una armonia generale davvero notevole. Un esperimento riuscito che ricorda certi grandi di Spagna, decido al primo sorso che tornerò spesso a berlo. Non è un rosso adatto a qualsiasi piatto, lo vedo meglio con preparazioni speziate di maiale al forno che con il manzo, meglio con arrosti che con sughi e stufati per i quali un tannino così sfumato sarebbe troppo delicato. La mia arista non poteva chiedere di meglio. Il Tempranijo potrebbe piacermi molto anche su certi formaggi stagionati, ma approfondirò la cosa alla prossima bottiglia, che ormai è una certezza. Potete trovarlo intorno ai 12€ in enoteca e vi assicuro che li vale tutti.
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