E veniamo al vino di ieri, quello bevuto sul carré di maiale e sul quale avevo promesso un parere. Anche questa è una bottiglia già provata più volte e che amo molto, il Ruché Laccento di Montalbera, vitigno autoctono del Monferrato di produzione limitata, ma di grande splendore. Il rouché vinificato da Montalbera rappresenta la gran parte della produzione totale di bottiglie e ha ricevuto riconoscimenti importanti, con giudizi così positivi da parte di alcuni esperti da essere considerati addirittura eccessivi, con sberleffi reciproci on-line fra degustatori... basta che vi facciate un giretto sul web per trovar traccia delle polemiche.
Ma un grande vino lo è davvero, e molto, molto particolare. All'aspetto è di un colore granato leggero, abbastanza trasparente e di buona densità, ma è quando avvicinate il naso al bicchiere che stupisce: il profumo è solo il suo, individualissimo, e tutto dell'uva perché non vede il legno di botti o barriques. Ampio e di una complessità stupefacente di erbe, fiori e spezie. Se leggete i pareri espressi nelle degustazioni pubblicate in rete, i profumi dichiarati dai vari esperti sono moltissimi e ognuno ci scopre i suoi, persino stravaganti, scegliendo da questa vera tavolozza di aromi che è il ruché di Montalbera. Per me, un tratto particolare di questo vino è il virare dei profumi da un inizio erbaceo e vegetale verso note dolci e caramellate verso la fine, quasi di zucchero e violette candite. All'assaggio, il vino mantiene tutta la sua grande complessità di gusto, riproponendo tutti gli aromi percepiti al naso, con un eccellente equilibrio tra morbidezza e freschezza e un tannino setoso e piacevolissimo. La persistenza è sufficientemente lunga e si aggiungono al finale leggere note eteree e smaltate. Davvero un grande vino, soprattutto per i suoi 13€, che procura soddisfazione a ogni sorso e accompagna il cibo regalando bellissime sfaccettature di aromi e sapori ai vari piatti. Uno dei miei rossi preferiti in questa fascia di prezzo e certamente un vino inconfondibile. Assaggiato una volta, non potrete dimenticarlo facilmente. 91/100.
Ma un grande vino lo è davvero, e molto, molto particolare. All'aspetto è di un colore granato leggero, abbastanza trasparente e di buona densità, ma è quando avvicinate il naso al bicchiere che stupisce: il profumo è solo il suo, individualissimo, e tutto dell'uva perché non vede il legno di botti o barriques. Ampio e di una complessità stupefacente di erbe, fiori e spezie. Se leggete i pareri espressi nelle degustazioni pubblicate in rete, i profumi dichiarati dai vari esperti sono moltissimi e ognuno ci scopre i suoi, persino stravaganti, scegliendo da questa vera tavolozza di aromi che è il ruché di Montalbera. Per me, un tratto particolare di questo vino è il virare dei profumi da un inizio erbaceo e vegetale verso note dolci e caramellate verso la fine, quasi di zucchero e violette candite. All'assaggio, il vino mantiene tutta la sua grande complessità di gusto, riproponendo tutti gli aromi percepiti al naso, con un eccellente equilibrio tra morbidezza e freschezza e un tannino setoso e piacevolissimo. La persistenza è sufficientemente lunga e si aggiungono al finale leggere note eteree e smaltate. Davvero un grande vino, soprattutto per i suoi 13€, che procura soddisfazione a ogni sorso e accompagna il cibo regalando bellissime sfaccettature di aromi e sapori ai vari piatti. Uno dei miei rossi preferiti in questa fascia di prezzo e certamente un vino inconfondibile. Assaggiato una volta, non potrete dimenticarlo facilmente. 91/100.
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