sabato 23 gennaio 2016

Interpretazione facile di un'uva difficile: Pinot Nero Alto Adige D.O.C. Meczan 2014 Hofstätter


L'uva è difficile, si sa. Il pinot nero, per alcuni un re tra i vini, per altri spesso una delusione. Il pinot nero dal carattere ritroso, che va convinto da condizioni e opera sapiente a dare il meglio di sé. A me è un vitigno che piace, sia nelle interpretazioni migliori, di pregio, nelle quali si dimostra un fuoriclasse, sia in quelle più semplici ma tipiche, nei vini che possono essere acquistati più spesso ma che, se ben lavorati, danno belle soddisfazioni a tavola. A questa seconda categoria appartiene l'altoatesino di oggi, il Meczan di Hofstätter. La cantina la considero una garanzia, amo molto i loro vini, li scelgo spesso e non mi deludono quasi mai. Questo pinot nero, dalla elegante etichetta da poco rinnovata, si presenta leggero e trasparente con i colori tipici del vitigno in gioventù. Rubino con sfumature porpora e un'unghia rosa, con riflessi di bellissima trasparenza. Frutta rossa al naso, ciliegia non invadente, accompagnata da misurate e eleganti sfumature floreali, di rose sbocciate e una polverosa mineralità nel finale. Non un aroma di grande volume, piuttosto di sottile e semplice eleganza. Buona acidità, freschezza di gusto e pulizia sono le caratteristiche dell'assaggio, preservate dalla semplice interpretazione in cantina che non ricorre all'uso del legno. Il tannino è ancora un po' giovane e asciutto, ma destinato rapidamente a acquistare grazia. Insomma, come dicevo, l'interpretazione facile e economicamente avvicinabile di un'uva difficile. Un buon prodotto senza slanci eccessivi, ma di semplice fascino. 84/100 e 11€ per questa bottiglia.

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