E veniamo, oggi, a un vino di calibro. Ogni tanto, per tenere allenate le papille, è d'obbligo concedersi qualcosa di categoria superiore, magari per consolarsi di un piatto un po' troppo semplice come la spigola al sale di ieri, buona, certo, ma che, se non adeguatamente accompagnata, lascerebbe insoddisfatto lo spirito gourmet. Ho scelto, per l'occasione, un bello chardonnay in purezza, il Jurosa di Lis Neris. Il vitigno ha origine incerta, un apolide giramondo che trova ovunque ospitalità e che in ogni luogo è capace di reinventarsi estraendo dalla terra che lo accoglie i profumi e i sapori che la rendono unica. Quando viene passato in legno, anche da quella materia estrae carattere in maniera sorprendente, costruendo mille vini diversi e mille sorprese. Lo chardonnay Jurosa ha carattere. Il produttore lo ascrive ai terreni ghiaiosi della val d'Isonzo e alla maturazione in botti di rovere da 500 litri. Io mi limito a gustarlo, apprezzando la differenza con i molti altri chardonnay assaggiati. Ha un colore oro scarico di bellissima trasparenza e si agita nel bicchiere né troppo fluido, né troppo denso. Il profumo è di estrema finezza, molto piacevole su toni predominanti di lieviti fragranti e di ananas, speziato, vanigliato, complesso. Lo assaggio ed è più morbido e di tendenza dolce all'inizio, più fresco e asciutto nel finale, di una armonicità che commuove. Sorso dopo sorso, sempre più amabile, con tutti gli aromi scoperti dal naso che tornano al palato in una sinfonia di note di pane, agrumi, frutta candita, leggerissima vaniglia e un pizzico di speziatura. Non stupisce in potenza, non in agilità, ma per grande classe. Un vino fine e elegante, che mi consola della semplicità del pesce ma che meriterebbe in realtà piatti di maggiore struttura, un risotto ai funghi o al radicchio e gorgonzola per i più audaci. 19€ in enoteca e 89/100.
Nessun commento:
Posta un commento