No, non vi preoccupate per la mia salute, non sto bevendo una bottiglia al giorno, è solo che sono rimasta indietro con le recensioni e mi metto in pari tutto in una volta. Il vino di oggi è un altro nome noto tra le buone bottiglie. E come potrebbe non esserlo, se la sua prima annata è del 1925? Siamo di fronte a una araldica opposta a quella degli ultimi vini che vi ho raccontato, giovani cavalieri di belle speranze e di promettente avvenire, come il Castellum Vetus, o astri improvvisi e imprevisti, capaci di conquistarsi in pochi anni un impero di estimatori venendo quasi dal nulla, veri Alessandro Magno o Napoleone tra i vini, come l'Es. In questa bottiglia, invece, la nobiltà è tradizione, quasi cento anni di storia per la sua etichetta e migliaia per la vocazione enologica del terreno da cui sgorga. Il Villa di Capezzana è un Carmignano D.O.C.G. per 80% da uve sangiovese e 20% da cabernet sauvignon, fermentato e elevato in tonneaux. L'ho gustato in tutto il suo vigore su una tagliata di manzo, un piatto pulito, dal gusto netto ma semplice, che lascia al vino la parte del protagonista. Sempre un buon piatto su cui provare rossi scattanti e profondi, come il nostro ospite. Il Villa di Capezzana ha un colore perfetto, il rubino senza incertezze di una gemma, profondo, limpido e con riflessi meravigliosi, farebbe la felicità dell'occhio di un gioielliere. Ha una buona densità e archi stretti, un profumo ampio e complesso, ma soprattutto sorprendentemente profondo: si apre le vie dal naso al cervello con una intensità stupefacente e rimane a lungo nei sensi. E questo, anche a bottiglia appena stappata! Le note iniziali sono di ciliegia, supportata da una notevole potenza alcolica, ma si termina su toni più eterei e sanguigni. Un naso dal profilo molto nobile, come da giuste ascendenze. Al gusto è forte, asciutto, austero, aromi di legno e cuoio sulla ricchezza del frutto, con un persistente finale dalla decisa potenza alcolica e un tannino setoso e pulito. Un hidalgo di gran classe, tiene fede a tutti i doveri delle sue nobili radici. Noblesse oblige. 18€ per sedere alla sua tavola e un bel punteggio di 89/100 da parte mia.
domenica 30 agosto 2015
Noblesse oblige - Carmignano D.O.C.G. Villa di Capezzana 2009
No, non vi preoccupate per la mia salute, non sto bevendo una bottiglia al giorno, è solo che sono rimasta indietro con le recensioni e mi metto in pari tutto in una volta. Il vino di oggi è un altro nome noto tra le buone bottiglie. E come potrebbe non esserlo, se la sua prima annata è del 1925? Siamo di fronte a una araldica opposta a quella degli ultimi vini che vi ho raccontato, giovani cavalieri di belle speranze e di promettente avvenire, come il Castellum Vetus, o astri improvvisi e imprevisti, capaci di conquistarsi in pochi anni un impero di estimatori venendo quasi dal nulla, veri Alessandro Magno o Napoleone tra i vini, come l'Es. In questa bottiglia, invece, la nobiltà è tradizione, quasi cento anni di storia per la sua etichetta e migliaia per la vocazione enologica del terreno da cui sgorga. Il Villa di Capezzana è un Carmignano D.O.C.G. per 80% da uve sangiovese e 20% da cabernet sauvignon, fermentato e elevato in tonneaux. L'ho gustato in tutto il suo vigore su una tagliata di manzo, un piatto pulito, dal gusto netto ma semplice, che lascia al vino la parte del protagonista. Sempre un buon piatto su cui provare rossi scattanti e profondi, come il nostro ospite. Il Villa di Capezzana ha un colore perfetto, il rubino senza incertezze di una gemma, profondo, limpido e con riflessi meravigliosi, farebbe la felicità dell'occhio di un gioielliere. Ha una buona densità e archi stretti, un profumo ampio e complesso, ma soprattutto sorprendentemente profondo: si apre le vie dal naso al cervello con una intensità stupefacente e rimane a lungo nei sensi. E questo, anche a bottiglia appena stappata! Le note iniziali sono di ciliegia, supportata da una notevole potenza alcolica, ma si termina su toni più eterei e sanguigni. Un naso dal profilo molto nobile, come da giuste ascendenze. Al gusto è forte, asciutto, austero, aromi di legno e cuoio sulla ricchezza del frutto, con un persistente finale dalla decisa potenza alcolica e un tannino setoso e pulito. Un hidalgo di gran classe, tiene fede a tutti i doveri delle sue nobili radici. Noblesse oblige. 18€ per sedere alla sua tavola e un bel punteggio di 89/100 da parte mia.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento