Un post curioso per una cena dove si sono succeduti gli opposti, per nascita, e contrari, per carattere.

Uno, fratello minore, estremo e più spontaneo del Rayon, dalla vinificazione effettuata solo con tecniche antiche, nasce sull'alto dei monti, nell'ultimo nord dell'Italia, in valle d'Aosta, dall'autoctono prié blanc a piede franco; l'altro, neppure un vino ma solo un mosto fermentato, viene dal sud remoto delle coste dell'Africa, dalla brezza marina e dal sole di Pantelleria e nasce dallo zibibbo, vitigno che di quei climi cattura tutto il calore e i profumi, inebrianti e quasi esotici.
Ma versiamoceli e assaggiamoli.
Il Blanc de Morgex et de la Salle di Cave Mont Blanc è di una trasparenza estrema, incolore e impalpabile come l'aria in cui cresce, leggero e con solo una debolissima sfumatura paglierina. Porta con sé un grande profumo di lieviti e agrumi, intenso, con note di biancospino appena accennate e, al sorso, una bellissima acidità minerale, una freschezza assoluta, elegante e lunga, con decise sfumature di pompelmo. Un vino eccellente al quale, però, continuo a preferire leggermente il Rayon, che ha una complessità maggiore e porta in sé anche toni delicatamente più morbidi. In ogni caso un compagno meraviglioso per il mio delicato cous-cous di gamberetti, piatto ironicamente proveniente dalle regioni del Garighe.

Il Blanc de Morgex si trova in enoteca intorno agli 11€, più o meno quanto il Garighe. 86/100 per il primo e nessun punteggio per una curiosità enologica come il secondo.
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