Il nome del pecorino, in Abruzzo, è soprattutto Pasetti. Ce ne sono molti buoni, alcuni più buoni, ma è certo che questa è l'azienda che più di altre è riuscita a fare una bandiera di questo vitigno, dopo la sua riscoperta commerciale esplosa non più di una quindicina di anni fa. Se girate per ristoranti, pizzerie, enoteche nelle città della regione, e nella grande distribuzione anche in altre parti d'Italia, il Pecorino di Pasetti non manca praticamente mai, almeno nella sua versione base, quella che assaggerò oggi. Il Pecorino Pasetti può essere considerato il fratello minore del Colle Civetta, degustato quest'estate, che è più strutturato e pregiato ma sicuramente più difficile da trovare al di fuori dei confini d'Abruzzo. Il suo colore è tra il paglierino e l'oro, molto trasparente, il corpo non troppo sviluppato. Il naso è bello e ben svolto per un vino di linea base, piuttosto ampio e mediamente complesso, con note evidenti di agrumi, fiori bianchi e una nota di salvia e d'erbe. Un profumo in cui si avverte anche la mineralità del vino. Piuttosto fresco al gusto e tuttavia con note morbide ad accompagnare con sufficiente eleganza, risulta molto agrumato, sapido e salino, forse un po' monocorde. Un vino facile, ma tutto sommato deciso, che può accompagnare non solo piatti di pesce dalle carni grasse, ma anche formaggi non troppo stagionati e carni bianche in preparazioni delicate. Un buon acquisto per i circa 9€ che costa. 82/100 per questa bottiglia facile da trovare e da bere.
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