Lui è uno dei signori del ciliegiolo. Antonio Camillo, un tempo figura chiave dell'azienda Poggio Argentiera che di questo vitigno minore ha fatto una produzione di successo, da qualche anno vinifica e vende a suo nome. E non solo ciliegiolo, ma vini tipici di Maremma, scegliendo terre e vigne con l'attenzione e la passione di chi le frequenta da sempre.
Del suo Ciliegiolo, che mi capita spesso di bere con piacere, vi parlerò un'altra volta. Oggi vi racconto del suo Morellino che invece ho assaggiato per la prima volta. Il morellino, che è un clone del sangiovese tipico del Grossetano, dà in genere vini abbastanza scattanti, non troppo corposi ma abbastanza fini, gradevoli e diretti. Uno dei miei preferiti e piuttosto noti è quello di Le Pupille che negli anni non mi ha mai deluso, ma questo di Camillo tiene benissimo il passo.
Nel bicchiere si mostra di un bel colore rubino, trasparente e che tende al rosa nell'unghia. È piuttosto tipico per densità non eccessiva e per il profumo floreale e vivace, con note di rosa e spunti di geranio sulla base dominante di ciliegia. Un aroma non troppo complesso, ma molto vivo. Al palato dimostra una grande freschezza, una buona acidità e molto scatto, sviluppando le sensazioni di frutta e fiori già percepite aspirandone il profumo. È un vino pulito e asciutto, con un tannino secco e amarognolo di buona persistenza, un vino adatto a piatti semplici e dai sapori netti, alle zuppe e alle carni della cucina toscana di origini popolari. Direi 83/100, un buon risultato per i suoi 10€.
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